venerdì 12 maggio 2017

RECENSIONE | Grandi Speranze

Curioso come ogni volta che debba fare la recensione di un classico mi chieda perché io la stia facendo. Ecco quindi le mie risposte:
-Sono talmente spoilerati da essere spoiler free;
-Se sono sono considerati attuali dopo secoli un motivo ci sarà;
-Cassandra Clare ha detto che la base per The Last Hours l'ha presa da questo libro;
-Non ho mai visto un libro così gay.



No, l'ho visto. Stevenson e Dickens si tengono fermamente testa quando si tratta di inserire dei personaggi implicitamente dichiarati.

Fino a qualche tempo fa credevo che il libro si limitasse alle vicende amorose di Pip, il protagonista, ma la recente lettura mi ha fatto riconsiderare completamente la mia opinione.
L'idea che il libro si basi sull'amore non corrisposto di Pip per Estella è un tantino noiosa e di contorno al resto della vicenda, anche se superbamente eseguita. Chiariamoci, Pip da innamorato è così noioso che le parti che riguardano lui ed Estella fanno innervosire perfino chi lo circonda nei suoi momenti di delirio amoroso (anche se credo che Herbert fosse solo geloso, del resto lui è il suo fidanzato).
Le grandi speranze di Pip, la(e) sua(e) storia(e) d'amore, sono soltanto l'ultimo tassello di una serie di terribili eventi a cui il caso (o le pessime idee dei personaggi) hanno portato al disastro. Pip continua a non c'entrare niente in tutto questo, è sono un bambino che passava nel posto sbagliato al momento sbagliato, entrando così nell'ultimo atto di una vicenda più che dolorosa.
Dickens utilizza sempre una storia per parlare dei problemi del suo tempo e accidenti se ci ha azzeccato, rendendo le vicende passate davvero pesanti, quasi da farti pensare che il libro che stai leggendo è quello in cui non succede niente e serve una serie tv, un prequel o un qualcosa per ciò che è successo prima dell'entrata in scena di Pip (succedono un sacco di cose nel libro stesso, solo che la mole di eventi precedenti che vengono accennati è enorme).
Lo stile mi è sembrato un tantino più articolato di quello a cui sono abituata, infatti si è rivelata una lettura ottima da accompagnare ad una tazza di té, per assimilare ciò che avevo appena letto tra una un sorso e l'altro.
Il riassunto di migliore che io abbia trovato... e non ci si capisce niente
C'è Dickens in tutte le sue forme: l'umorismo che ti aiuta a non annoiarti, soprattutto in alcuni passaggi piuttosto arzigogolati, con i personaggi che provengono da tutte le fasce economiche e sociali di Londra, senza dimenticare il pretesto di raccontare una storia per mostrare i lati più oscuri di Londra, come le carceri, i poveri relitti umani che ne entrano ed escono oramai distrutti e le ingiustizie che in quel periodo non si sprecavano.
Degni di menzione perché mi hanno scaldato il cuore: Herbert, la sua famiglia sgangherata, Clara, la bromance di Herbert e Handel ed infine Wemmick.
Fare un riassunto della trama sarebbe difficile, quanto al numero dei personaggi, farebbe invida ad un libro di George Martin.
Che dire? Preparatevi una tazza di té e cominciate a leggerlo.

2 commenti:

  1. Grandi Speranze non è il lavoro di Dickens che preferisco, ma la tua recensione mi ha fatto pensare che non ci ho capito niente e devo rileggerlo per amarlo XD

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    1. Ma ciao XD. Ammetto di non aver perso la testa per lui, ma leggendolo continuo a chiedermi se tutta la chimica tra Handel ed Herbert non sia stata scritta apposta. Clara è tutta una copertura, me lo sento!

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