giovedì 30 ottobre 2014

Perdere peso senza tormento

Titolo: Il diavolo veste la 40

Titolo originale: Thin is the new happy

Casa editrice: DeAgostini

Anno di pubblicazione: 2009

Prezzo: 1,99 euro

 Trama:
La felicità nel nuovo millennio? Avere un fisico perfetto, a costo di ingaggiare con noi stessi una guerra mortificante per il corpo e per il morale... senza parlare del gusto. E avere una madre maniaca della forma fisica, tanto da mettere a dieta la figlia di soli undici anni, certo non aiuta a liberarsi di quest'ossessione. Da allora la vita è stata una continua altalena di umori e taglie per Valerle Frankel, perennemente in bilico tra il desiderio di apparire perfetta, con sacrifici indicibili, e la voglia di accettarsi per quella che è,
 infischiandosene dei commenti di colleghi e conoscenti. Finché, dopo trent'anni di tormenti, ormai mamma e moglie felice, all'improvviso Valerie comprende che la lotta con il proprio corpo è in realtà una lotta con una parte molto profonda di sé. Lavora per liberarsi delle vecchie ossessioni e impara finalmente a piacersi, riscoprendo anche qualche gioia perduta, come il gusto del burro naturale o il sapore dolce di una piccola rivincita su chi per anni l'aveva chiamata "cicciona". Con la stessa vivacità e prontezza di spirito con cui ha affrontato le proprie insicurezze, Valerie ci racconta il suo percorso, con il sorriso, ma anche con acume critico nei confronti di un canone sociale tanto condizionante quanto privo di senso. 





Recensione:
Ho comprato questo libro per caso, senza aspettarmi chissà quale cosa. E invece è stata una rivelazione!
E' il primo libro autobiografico dell'autrice e ogni lettrice si può identificare in lei in almeno un capitolo.
L'autrice parla del suo rapporto con la sua immagine allo specchio, del suo corpo che ingrassa e dimagrisce nel tempo e di quanto questo a volte la renda felice (ciccia in meno) oppure frustrata e triste (ciccia in più).
insomma, già dalle premesse, chiunque sia stato ossessionato dalle diete almeno quanto me si potrà rendere conto che questo libro ha qualcosa di assolutamente geniale e divertente. L'idea dell'autrice è fare una dieta senza dieta, non elimina i grassi ma i soli pensieri negativi per poter star bene con se stessa
Il suo percorso interiore parte dagli assilli genitoriali che riceveva sulla sua linea, al tormento dei  compagni che la prendevano in giro perché "grassa" e "perdente", fino alla sua voce interiore che oramai critica ogni centimetro del suo corpo, a cosa significava per lei perdere peso, in poche parole, ciò che significa per lei l'immagine esteriore magra o grassa.
Tutto comincia con una mamma grassofobica che la mette a dieta piccolissima, dopo aver perso i chili di troppo, arriva la "rivelazione": magro è bello. Così comincia l'ingresso in un circolo vizioso, dieta, periodo di ricaduta, dieta, ricaduta... all'infinito.
Cosa vuol dire essere magri al liceo, popolarità; essere magri in famiglia, apprezzamento; essere magri in una redazione di un giornale femminile... abbiamo visto tutte (Tu! Si, tu! Non l'hai ancora visto, vai e rimedia) "Il diavolo veste Prada", quindi potete immaginarvi tranquillamente una redattrice fuori forma lì dentro: un autentico pesce fuor d'acqua. Fino a quando arriva il fatidico punto di rottura che l'ha portata al drastico cambiamento.. che non vi dirò per non rovinarmi la sorpresa. Vi dirò solo che alla fine ha capito cos'è importante.
Comincia così un percorso inverso, fatto soprattutto da una messa al bando di tutte le diete per prendere il peso ideale, ma non solo, è l'immagine nello specchio, la Stronza nascosta nella testa che non devono dare tristezza e Valerie comincia a cercare un modo per guardarsi allo specchio senza problemi. A differenza di tutte le diete precedenti la cui durata e relativi effetti avevano avuto un inizio e una fine, questa nuova dieta non deve avere fine, ma cosa è necessario perchè gli effetti siano duraturi? Palestra, certamente, ma l'autrice è stata in grado di inserire il suo ingrediente segreto per la dieta senza dieta che ha rivoluzionato la sua vita e che in fin dei conti potrebbe rivoluzionare anche la nostra. Piacerci. Ragionevolezza. Senza accanirsi costantemente contro l'ago della bilancia.
Consiglio a tutte voi questo libro, prima ancora delle feste, prima ancora del periodo della prova costume, perché non è quello il periodo in cui dovremmo pensare al nostro peso corporeo e chi come me fa un sano allenamento in palestra sa che non sono sufficienti tre mesi di diete asfissianti per raggiungere il peso ideale.Ci vuole un pizzico di rispetto verso di noi affinché il nostro corpo ci possa ripagare.
Dato che questa recensione è stata fin troppo seria, ora vi lascio con questo Dylan tenero e allegro che vi manda tanti bacini!!

martedì 7 ottobre 2014

To kill a Mockingjay

Titolo: Il canto della rivolta
Titolo originale: Mockingjay
Casa editice: Mondadori
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo: 17,00 euro

Trama
Contro tutte le previsioni, Katniss è sopravvissuta agli Hunger Games per la seconda volta. Ma anche se ora è lontana dall'arena sanguinaria, non può dirsi salva. Capitol City è molto arrabbiata. Capitol City vuole vendetta. E chi è destinato a pagare per i disordini? Katniss, ovviamente, la Ragazza di fuoco. Come se non bastasse, il Presidente Snow tiene a precisare che ormai tutti sono in pericolo, nessuno escluso: la famiglia di Katniss, i suoi amici più cari, tutti gli abitanti del Distretto 12. Ora che la scintilla si è trasformata in un ardente fuoco di rivolta, alla Ghiandaia Imitatrice non resta che spiccare il suo volo verso la libertà. Forte e incalzante, finalmente anche in Italia lo sconvolgente finale della rivoluzionaria trilogia di Suzanne Collins, Hunger Games.

Recensione
A quanto pare non sono l'unica che è rimasta delusa dal finale di questa trilogia. A mio parere tutta la narrazione è stata bellissima, ma quelle ultime pagine così striminzite e la piega che hanno preso gli eventi verso la fine proprio non sono riuscita a mandarle giù. Non ti accorgi nemmeno che è tutto finito e rimani a fissare la pagina leggermente sconvolta, non riuscendo a capire cosa sia successo. E' finito, punto. Parliamo prima del resto del libro e concentriamoci in seguito sul finale. Secondo me questo libro si è distinto dagli altri per la mancanza di speranza che ho avvertito negli altri due: nel primo Katniss spera di salvarsi o di fare in modo che almeno Peeta sopravviva per far sì che il suo sia il distretto del vincitore, nel secondo le insinuazioni sul distretto 13, su
qualcuno che ce l'ha fatta ad uscire dall'orbita di Capitol city ti da la speranza che forse Katniss e i suoi ce la possono fare. Nel terzo no, non c'è speranza, Katniss si gioca il tutto per tutto perché non ha più nulla da perdere (così pensa). Cosa c'è da stupirsi? E' guerra aperta ormai, ogni insinuazione è finita, il Distretto 12 è stato distrutto, molti degli altri Distretti si sono schierati con Capitol city o sono stati duramente attaccati, Peeta è stato preso dai Capitol.
Quello che è stato criticato a Katniss è che mentre Peeta è tenuto in ostaggio lei sembra fregarsene e buttarsi a capofitto nelle braccia di Gale. Ma qualcuno si è  resoconto che 'sta povera ragazza ha un danno psicologico grande quanto una casa? Potevano fare un punto di vista di chi le stava vicino (Prim ad esempio T_T) per far capire quanto male lei stia, ma no, si è fatto vedere che ancora conserva una piccola lucidità di fondo, la conserva nella sua bolla di dolore ed è questa a trarre in inganno.
Ci sono molti personaggi non ben approfonditi che forse avrebbero meritato qualcosa di più, ma rileggendo il libro, ho notato che la maggior parte di loro muore. Non ci arrivate? E' sempre la guerra che uccide amici, familiari e sconosciuti. Probabilmente molti di questi personaggi sono nati proprio per questo, essere distrutti dalla penna della Collins.


Ho forse insinuato che molti scrittori hanno una vena sadica? Ops. E non ho nemmeno nominato Prim.
Un'altra cosa che è stata criticata è che  una volta liberato Peeta, Katniss quasi non se ne frega niente del fatto che lui l'abbia quasi ammazzata, ma è pronta a lanciarsi tra le sue braccia appena può. Macché! Quei due si insultano, si trattano con freddezza, si lanciano frecciatine bastarde, fino a quando a Katniss viene ricordato che Peeta non è più il dolce e tenero Peeta perché Capitol gli ha fatto il lavaggio del cervello e le intimano di piantarla e di usare il cervello.


Qualcuno mi raggiunge, il corpo in tensione. Finnick,
naturalmente. Perché solo un vincitore è in grado di vedere
ciò che io ho notato all’istante. L’arena. Contornata di
baccelli controllati da Strateghi. Le dita di Finnick
accarezzano un bagliore rosso e costante che si trova
sopra una porta. — Signore e signori…
La sua voce è tranquilla, ma la mia risuona attraverso la
stanza: — … che i Settantaseiesimi Hunger Games
abbiano inizio!

Entrambi i personaggi si sono evoluti, hanno fatto una parte del loro percorso assieme sotto la lente d'ingrandimento di Snow e dei Capitol,  quando le loro strade si sono separate, Katniss è stata distrutta dagli eventi che le sono piombati addosso, Peeta prigioniero, il suo distretto raso al suolo, lei perde qualcosa dentro, diventa molto più fredda e cinica, quasi un viaggio all'inferno. Peeta invece fa un direttamente una piccola crociera all'inferno, non quella che aveva prenotato Dean, ma siamo sempre lì vicino, solo che a differenza di Katniss, una volta raggiunto il fondo risale in superficie appena ne ha l'occasione, lotta con le unghie e con i denti grazie al grosso aiuto che riceve nel distretto 13. A far risalire in superficie Katniss non è un lungo periodo di analisi, è la sete di vendetta, la possibilità di andare a combattere perché si è resa conto che sia Snow sia la Coin, il capo dei ribelli, non sono uno stinco di santo e a prescindere da chi vincerà la guerra, la situazione rimarrà invariata. Ciò che la collins ha reso davvero bene è quanto la televisione sia di grande impatto durante la guerra, le trasmissioni dei Capitol che continuanno a dire "va tutto bene", "siamo un'unica nazione" e via dicendo, mentre quelli dei ribelli hanno per protagonista per lo più Katniss, il simbolo della rivolta, ed ecco spiegato perché nessuno l'ha legata al lettino dello psicanalista: il simbolo della rivolta deve essere sempre presente, non può lasciarsi andare, se muore, se cede, il morale dei ribelli ne potrebbe risentire.
Mi è piaciuto molto il rapporto che si crea tra Joanna e lei una volta dopo la liberazione,  entrambe sono a pezzi e con il cinismo alle stelle, è questo a farle avvicinare al reciproco dolore e a capirsi. E' quasi tenero quello che fa Katniss per Joanna quando lei vive un grosso momento di sconforto, cercando di tirarla su di morarle e darle il messaggio di non mollare.
Solo che...
Non so, il primo libro aveva destato la mia attenzione, il secondo mi aveva incuriosito ancora di più, quindi è normale che avessi una grossa aspettativa per il finale. Katniss non spiega le ragioni che l'hanno portata a commettere *spoiler* un omicidio, lascia troppo intendere che la guerra e la perdita l'abbiano totalmente distrutta. Ma che cavolo! Katniss ha sempre combattuto, nonostante ne abbia passate tante,nonostante i traumi, non me la bevo l'ultima fatidica goccia che ha fatto traboccare il vaso e l'ha distrutta. Ritorniamo al punto cruciale, il finale. Si, lo so che non dovrei fare spoiler per chi ancora non ha letto il libro, ma devo proprio togliermi questo sassolino. Dopo vent'anni è ancora distrutta? Nonostante Peeta sia rimasto a suo fianco? Nemmeno dopo vent'anni? Sono eventi che sconvolgono certo, ma una così grande aridità di sentimenti? La Collins stava dando un addio al suo personaggio, non avrebbe riaperto mai più il capitolo Hunger Games e l'ultima immagine di Katniss è di questa persona che si è aggrappata a Peeta non perché fosse l'ultima persona amata che avesse, ma come se non avesse altra scelta. E diamine!




Pro: E' pur sempre un bel libro, l'ultimo della saga ed è stato scritto molto bene in molti tratti delicati.


Contro:Il finale. E che cavolo.

domenica 5 ottobre 2014

Stargirl

Titolo: Stargirl

Titolo originale: Stargirl

 Autore: Jerry Spinelli

Casa Editrice: Arnoldo Mondadori

Anno di pubblicazione: 2001

Prezzo: 9 euro (collezione Oscar Mondadori)


 Trama
 Immaginate una scuola di provincia in cui tutti i ragazzi si vestono allo stesso modo e fanno le stesse cose, e poi chiedetevi che effetto farebbe, in un posto del genere, l'apparizione di una ragazza vestita nel modo più


stravagante, che va in giro con un topo in tasca e un ukulele a tracolla, piange ai funerali degli sconosciuti e sa a memoria i compleanni dell'intera cittadinanza. Resterebbero tutti a bocca aperta, naturalmente, proprio come succede a Leo quando la vede per la prima volta e si chiede se è una svitata, un'esibizionista o tutte e due le cose insieme. Ma Stargirl è semplicemente se stessa: e non è detto che questo sia un vantaggio, in un mondo fatto di persone che vogliono soltanto "adeguarsi"...

Recensione
Ammetto che questo è uno di quei libri che ho rincorso per anni. Vai in libreria con i soldi, lo cerchi, lo trovi... e poi vedi quello affianco che ti ispira di più o che cerchi dalla notte dei tempi ed è in offerta speciale, ma nonostante questo non bastano i soldi.Un po' strano, direte voi, perché in effetti questo libro non è un mattone e non costa neanche granché, ad  ogni modo, dopo un bel po' di tempo sono riuscita a comprarlo.
Come dicevo, è un libro molto piccolo e ribadisce ancora una volta il concetto che le dimensioni non contano. Una volta giunti al termine della storia ti rendi conto che l'autore ti ha detto tutto. Potete usare qualsiasi chiave di lettura: ha detto tutto. In maniera molto dolce e tenera, quasi con i toni di una favola, a volte un po' tristi. Molti libri se non sono letti all'età giusta ti danno quasi l'idea di una storia molto semplice,questo libro invece no, qualunque sia la vostra età quando lo prendete in mano per la prima volta.
Vi ho incuriosito?
Il narratore di questa storia è Leo, uno dei personaggi principali, che sembra rispecchiare i pensieri del lettore che cerca di capire il mistero che sta dietro Stargirl, la ragazza nuova a scuola e che tanto nuova non è visto che vive nella sua stessa cittadina già da prima di lui, ma che nessuno ha notato prima perché studiava a casa. Per la prima parte del libro è questa la domanda che ti frulla per la testa: Chi è Stargirl? Una ragazza in cerca di attenzioni? Se si, perché allora distribuisce per tutta la città biglietti di auguri senza firmarli per ricevere almeno un grazie? Si tratta forse di una povera pazza? Questo si chiede Leo e se lo chiedono tutte le altre persone che la vedono. Stargirl non è niente di tutto ciò, è spontanea, felice,  ha tutte quelle qualità che credi che le persone hanno perso, è originale in un mondo di copie. Per chi si lascia toccare l'animo da lei, la protagonista è un cambiamento, lento, ma inarrestabile per distinguersi dalla massa.
Stargirl parla al lettore dandogli un semplice messaggio: la felicità non sta nell'uniformarsi l'uno all'altro, ma nel rimanere fedeli a se stessi in un mondo di copie. Lei lo scopre a sue spese, ma non si lascia abbattere.
Questo libro mi è piaciuto molto, forse il finale mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca, ma dice qualcosa che noi dovremmo ricordarci sempre: è inutile mettersi in fila per passare per la fotocopiatrice, il meccanismo prima o poi si incepperà perché siamo diversi l'uno dall'altro.
Possiamo vederlo con i nostri occhi, vi faccio un esempio stupido: quanti ragazzi vestono le stesse divise alla moda? Cosa li rende uno diverso dall'altro? Di certo non il colore della stoffa.
Stargirl ci fa la stessa domanda e ci da anche la risposta (senza neanche dover leggere troppo tra le righe). Questo libro mi mette i brividi: in Italia è uscito nel 2001, in America giusto un po' prima, ma tratta di argomenti tuttora attuali.
Un'ottima lettura sia per i ragazzi che per gli adulti, perchi vogliono leggere soltanto la storia o qualcosa in più, vi farà sempre commuovere e vi porrà la fatidica domanda ad ogni pagina: è meglio essere una copia o l'originale?

Pro: E' una storia emozionante, sempre attuale, in meno di 200 pagine vi farà innamorare, ridere, forse piangere, ma anche riflettere

Contro: Le pagine sono troppo poche!!



Lo so che di lei non ho parlato, ma penso che questa frase e tutta la canzone siano più che adatte all'argomento.

mercoledì 1 ottobre 2014

Non è tutto argento ciò che luccica

Titolo: Silver


Titolo originale: Silber

Autrice: Kerstin Gier

Casa Editrice: Corbaccio

Pubblicazione: 2013

Prezzo: 16,40 euro


Trama

 Porte con maniglie a forma di lucertola che si spalancano su luoghi misteriosi, statue che parlano, una bambinaia impazzita che si aggira con una scure in mano… I sogni di Liv Silver, quindici anni, negli ultimi tempi sono piuttosto agitati. Soprattutto quello in cui si ritrova di notte in un cimitero a spiare quattro ragazzi impegnati in un inquietante rituale esoterico. E questi tipi hanno un legame con la vita vera di Liv, perché Grayson e i suoi amici sono reali: frequentano la stessa scuola, da quando Liv si è trasferita a Londra. Anzi, per dirla tutta, Grayson è il figlio del nuovo compagno della mamma di Liv, praticamente un fratellastro. Meno male che sono tutti abbastanza simpatici. Ma la cosa inquietante – persino più inquietante di un cimitero di notte – è che loro sanno delle cose su Liv che lei non ha mai rivelato, cose che accadono solo nei suoi sogni. Come ciò possa avvenire resta un mistero, esattamente il genere di mistero davanti al quale Liv non sa resistere...





Recensione:
Sono entrata nelle pagine di Silver seguendo il successo della precedente Trilogia delle gemme della Gier e devo dire che dopo dieci pagine sono rimasta un po' delusa, non solo, ho cominciato letteralmente la caccia ai personaggi della Trilogia delle gemme: Caroline e Nick hanno fatto la fusione super sayan per diventare Mia, la sorella della protagonista; intravedo un po' di zia Maddy nella loro mamma, ho solo bisogno di una sua visione del futuro durante l'ora del te per averne la conferma; Florence è SICURAMENTE Charlotte, anche se dopo alcune pagine l'autrice se ne deve essere accorta e le deve aver messo la museruola perché la somiglianza era troppo evidente Il circolo privato dei ragazzi che trascineranno Liv in questa storia  è stato definito molto simile a quello dei Raven Boys di Maggie Stiefvater, non avendo ancora messo le mani sul libro posso solo dire che è il circolo giovanile della loggia dei Guardiani, ci sono tutti i principali Guardiani citati nell'altra saga, solo in mentite spoglie!
Ultima, ma non meno importante Liv, la protagonista: non c'è kung fu o occhiali che tengano: è proprio Gwen, solo molto più favorevole a lanciarsi in questa avventura di cui non abbiamo nessun indizio, se non che bisogna rompere dei sigilli per far sì che un certo Signore delle Tenebre torni in libertà.
Resta da capire chi sia Gideon. Per un attimo avevo puntato tutto su Grayson, finché non è spuntato Henry ed allora ci ho visto doppio, lei gli cade letteralmente tra le braccia. La Gier può farmi credere tutto quello che vuole. Henry e Liv, piccioncini inseparabili? Ceeerto, e il rapporto tra Liv e Grayson rimarrà solo fraterno. Meglio che mi fermi qui, ma devo aggiungere necessariamente un paio di cose. Secrecy? Un' indigestione data da una maratona di Gossip Girl. Dei sigilli da rompere? Chiamate i fratelli Winchester, loro sapranno cosa fare.
L'unica cosa che ho apprezzato veramente è l'idea di fondo, questa porta misteriosa che da ai nostri mondi segreti, quelli dei sogni, ma allo stesso tempo così vicina a quelli degli altri. L'accesso a questa porta non deve essere libero, ma solo chi ne ha la chiave può entrare.
Giudizio finale? Una lettura leggera per chi vuole divertirsi leggendo e non ha ancora letto la Trilogia della gemme.

Pro: Per chi vuole una lettura non impegnativa consiglio questo libro che con la sua leggerezza, il suo umorismo e il mistero che ti accompagna fino all'ultima pagina.

Contro: Molti personaggi non sono ben sviluppati, alle volte sono un po' stereotipati, altre sembra di rileggere la Trilogia delle gemme.

RECENSIONE | Under the whispering door

Si, sono sparita, di nuovo. Dovevo studiare/lavorare/fare cose e il blog è stato messo da parte per organizzare tutto il resto. Sono sopravv...